Simone FilippettiI Signori del futuro
Da dieci anni, l’Italia cammina su un crinale sottile, in perenne bilico: con i suoi gioielli può uscire dal nuovo Medioevo della «peste» e della guerra e lanciarsi in un nuovo Rinascimento. Con le sue zavorre croniche rischia, però, di tornare alle invasioni dei barbari. Il suo destino è in mano ai Signori del Futuro.
Dagli anni Settanta fino ai primi anni Duemila, Giovanni Tamburi, guru di Piazza Affari, grande regista finanziario ma poco conosciuto al grande pubblico, è stato un silenzioso artefice del successo del Made in Italy: dalla Moncler dei celebri piumini alla Prysmian dei meno famosi cavi sottomarini, ha lanciato aziende diventate le numero uno al mondo. Nel 2019 Simone Filippetti ha raccontato la sua storia in un fortunato libro, I signori del lusso, che ripercorreva con gli occhi di Tamburi quattro decenni di storia economica d’Italia. Questo nuovo libro arriva dunque dopo pochissimo tempo ma, tra pandemie e conflitti, siamo di fronte a un mondo stravolto, a una rivoluzione economica, sociale e politica: il virus Covid-19 e la guerra della Russia contro l’Ucraina hanno fatto accelerare la Storia. Che cosa succederà al Made in Italy? Sopravviverà nel mondo post Covid diviso da quella che ha tutto l’aspetto di una nuova cortina di ferro? C’è ancora spazio, nell’economia globale e bipolare, per la piccola e media impresa che ha fatto la fortuna dell’Italia e adesso sembra faticare a stare al passo con i tempi? Dall’agricoltura fantascientifica del figlio di Giulio Natta al serbatoio tecnologico di start-up di Marco Gay; dalla superstar Fedez alla Londra che mangia italiano, il «Romano a Milano» sta tratteggiando l’Italia del domani. Vero erede di Enrico Cuccia, Tamburi è riuscito a mettere insieme i patrimoni delle grandi famiglie italiane e le imprese: il capitalismo senza capitali ha trovato la soluzione al suo eterno dilemma. Prendendo le mosse da dove finiva il precedente libro, I signori del futuro prova a immaginare, attraverso le geniali intuizioni di Tamburi, quale sarà il destino dell’Impresa Italia e a delineare una politica industriale per un Paese che, negli ultimi vent’anni, non l’ha mai avuta.